Premiazione "Abbracciamoci di parole"
Premi e componimenti selezionati dalla Giuria.
Spazio Up Arte APS 07/01/2021 0
La giuria del contest letterario "Abbracciamoci di parole" presieduta dalla professoressa e giornalista Maria Serritiello, e composta dalla professoressa Cristiana Tortora, dal Maestro d'Arte Lucio De Simone e dal regista e scrittore Francesco Alaia, ha proclamato i vincitori del premio.
Il Primo Premio è stato assegnato ex aequo a:
- Antonella Riviello "Torneremo" con la seguente motivazione:
Con elementi della natura e desiderio di semplice normalità, il componimento evoca il ritorno alla vita. Esistenza, rinchiusa, prigioniera, ormai, priva d’amore e di abbracci.
- Annalisa De Simone "A Pietro" con la seguente motivazione:
Malinconia e rimpianto, si avvertono, nei versi per un abbraccio, che fu anche un consolante incontro, tanto d’aver avuto la forza d’insegnare l’amore.
Inoltre sono stati selezionati i seguenti testi che verranno riprodotti e stampati su cartoncino per essere consegnati agli autori:
"Divenire" di Rosanna Ferrara
"Ci Penso" di Chiara Avagliano
"Avrei dovuto osare" di Lucia Giannattasio
"Le Parole" di Giovanni Ungaro
"Le monete" di Mariarosaria Nappo
"L'Abbraccio" di Luciano Salzano
"A chi non posso abbracciare" di Angela Carlomagno
"Musicista vagabondo" di Fabio Paolucci.
La giuria ha voluto inoltre assegnare un riconoscimento speciale a Stefano Nicastro con "Abbracci", sintesi linguistica perfetta, per indicare l’abbraccio senza passare per la monetizzazione.
Un ringraziamento a CSV Sodalis Salerno che ha sostenuto il concorso.
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Vito Ungaro 27/06/2025
Concorso fotografico - Professione Reporter
Il 24 giugno 2025, alle ore 19,00, nella splendida location “Camera Chiara” di Armando Cerzosimo, in Via Giovanni da Procida n°9 Salerno, si è conclusa la 5° edizione del concorso nazionale “Professione Reporter Memorial Antonio Serritiello, con la premiazione e l’esposizione delle foto (12) selezionate, preventivamente dalla giuria tecnica.La serata, come da consuetudine, ha preso il via con il benvenuto ai presenti da parte di Maria Serritiello, sorella di Antonio, che ha spiegato ulteriormente le ragioni del concorso. “Coloro che se ne vanno non muoiono se restano nel ricordo di chi li ha amati. Così per me Antonio. Questa manifestazione è possibile grazie alla cordata di amicizia ed affettività, rinnovata ogni anno, per cui voglio ringraziare nell'ordine:ARMANDO CERZOSIMO, per la sua infinita disponibilità, unitamente ai suoi figlioli, entusiasta già dalla prima edizione di 8 anni fa, sospesa solo dall’epidemia del covid.VITO EGIDIO UNGARO per la pazienza e la tranquillità con cui mi segue e mi supporta in tutti i passaggi che sottendono l’organizzazioneLUCIO DE SIMONE per le sue creazioni in ceramica messe a disposizione con vera amicizia, lasciando un segno tangibile di bellezza ai premiatiCRISTINA TAFURI Critico d’Arte ed al suo talento nel leggere le opere fotografiche dei partecipanti sì da renderli dei piccoli capolavori.Il tema di quest’anno “Scene del Vicinato”, non così scontato, ha incontrato, però, entusiasta preferenza dei partecipanti, ne sono contenta.Il concorso sta crescendo e mi fa piacere che il nome ed il ricordo di mio fratello fluisca lontano dal luogo dove è nato e vissuto, un motivo in più per continuare.Ora il Memorial si arricchisce di aneddoti, di episodi e di persone che da oltre regione ma anche corregionali, si ritrovano piacevolmente nell’accogliente città di Antonio. Una nota particolare è per Maria, una giovane fotografa lucana, che muove i suoi primi passi, auguri ai suoi studi e alla sua realizzazione futura. Sono contenta se il Memorial professione Reporter Antonio Serritiello possa essere, oltre che il mio ricordo condiviso, anche sogno, realizzazione e spinta per tanti altri. Antonio ne sarebbe contento
Arrivederci all’edizione del 2026.”Maria Serritiello
I PREMI
PRIMO PREMIO
Giochi adolescenziali
GIUSEPPE SABELLA - SAN BIAGIO PLATANI (AG)
~
PREMIO della critica
Tutti insieme appassionatamente
MARA MASI - BOLOGNA
~
PREMIO gradimento Web
Bucato al sole
MAURA BONCRISTIANI - ROMA
Leggi tuttoSpazio Up Arte APS 15/09/2021
I numeri della divina Costiera
A cura di Roberta Ungaro
L’arte della ceramica nel salernitano ha tradizioni antichissime e le sue origini risalgono alla popolazione etrusca, conosciuta per l’abilità nella lavorazione dell’argilla e testimoniata dalle numerose fornaci attive o riscoperte sul territorio.
All’artigiano locale non sono mai mancate le capacità tecniche e manuali, ma gli input per farle conoscere e valorizzarle sono quasi sempre arrivati da lontano.
Ne è un esempio la ceramica Vietrese.
Nei primi decenni del Novecento Vietri ed il suo comprensorio si fanno conoscere a livello internazionale, grazie all’innamoramento di alcuni artisti del calibro di Giò Ponti, Stüdemann, Dölker, Irene Kowaliska, Elle Schwarz che trasformarono la pur encomiabile pratica artigianale a produzione artistica.
Fu la grande bellezza del territorio che ispirò i tanti geni artistici e le prestigiose collezioni che ne derivarono.
Lo stesso Giò Ponti studiò il rinnovamento del linguaggio della ceramica ed enfatizzando il contesto territoriale attraverso colori, i tratti architettonici e naturalistici, ideò le celebri maioliche “Blu Ponti”.
In questo percorso creativo la strada del noto architetto incontrò il mondo di “Ceramiche Luciano"
Ponti manifestò un personale interesse sulle realizzazioni prodotte da "Luciano" e gli scrisse una lettera dalla redazione di Domus credendo di interagire con una realtà manifatturiera già strutturata ed avviata
Dietro quella sigla, in realtà, si nascondeva il talento di un’unica persona: Lamberto Tastardi.
Le abilità ed intuizioni di Lamberto definirono la stada che da decoratore lo portarono a diventare un capitano d'azienda.
Lamberto Tastardi, in arte “Luciano” appunto, inizia la sua attività produttiva creando il marchio “Creazioni Luciano” dedicandosi nella fase iniziale alle stoffe dipinte a mano; mediante l’utilizzo di un originale metodo consistente nell’intingere le stoffe nei colori predisposti in stampi autoprodotti, spesso realizzati con camere d’aria di pneumatici, si ottenevano delle belle ed originali fantasie astratte.
Dai tessuti la sperimentazione si trasferisce sulla ceramica.
Luciano inventa una nuova tecnica che lo contraddistingue e lo rende riconoscibile in Italia e all’estero, che ricorda il Cloisonné dell’oreficeria, chiamata appunto “il Cloisonné Ceramico”.
Una grana vetrosa di grande spessore e il corpo in terraglia bianca hanno caratterizzato il tratto della sua produzione, ognuna unica ed originale, grazie al processo di fusione casuale di smalti e colori. Veri e propri arcobaleni cromatici.
L’utilizzo dell’argilla bianca piuttosto che rossa (quella comunemente diffusa a Vietri) consente la realizzazione di un disegno a rilievo chiuso, delimitato da contorni bianchi e accesi che contrastano le vetrine colorate stese in cottura, le quali vengono applicate manualmente.
Questa nuova tecnica, che trova similitudini nel mondo delle vetrate, entusiasmò la famosa Irene Kowaliska, che predispose alcuni progetti, adottati poi come modello di produzione.
Riferendosi all'artista Kowaliska Lamberto raccontava:
“Nel 1940-43 riproducevo i suoi disegni e quelli di Giò Ponti per la D’Agostino, dal ’46 al ’50 per la Ceramica Musa di Vietri e dal ’55 al ’60, in conto proprio per Miricae. Negli anni ’60 e ’70 veniva a trovarmi in laboratorio. S’interessava molto alla mia nuova tecnica decorativa a rilievo, scaturita dal mio amore per le vetrate e tradotta in ceramica con le vetrine colorate e gradiva in particolare la serie “Casette Mediterranee” in stile arabo moresco della costiera. Mi ricambiò la sua curiosità regalandomi le foto delle sue ceramiche, con i personaggi fiabeschi del periodo sardo-vietrese, per farmeli riprodurre con la mia nuova tecnica decorativa: il Cloisonné. Poi ripassava, felice di vedere i risultati ottenuti …”
La tecnica Creazioni Luciano vanta numerose imitazioni, ma resta ineguagliata in quanto leader nell’utilizzo del Cloisonné Ceramico, dove la particolarità si esprime attraverso i processi di biscottatura e decorazione.
Alla fine degli anni Settanta il Cloisonné Ceramico si apre ai mercati internazionali esportando prevalentemente negli Stati Uniti ed in Giappone, facendo evolvere la struttura aziendale da bottega artigianale a fabbrica.
La forte passione familiare ha condotto i figli Luciano Jr., Roberto ed Enrico, a dedicarsi alla continuità dell’azienda arricchendola di innovazioni, ma mantenendo la tecnica che da sempre contraddistingue la fabbrica.
La produzione attuale si è ampliata estendendo la tecnica a quadri, quadretti, piatti, specchi e soprattutto i famosi "Numeri Civici".
Con il termine Street furniture (arredo urbano) ci si riferisce ai diversi oggetti istallati lungo le strade e che assolvono scopi e funzioni ben precise e (in via teorica) che attraverso il design, la forma ed il loro posizionamento, dovrebbe tenere conto dell'estetica dei luoghi e dell'identità visiva dell’immagine urbana.
I "numeri di Luciano" hanno anticipato storicamente questa tendenza.
I numeri civici, introdotti nella seconda metà del 1700, prima dell'intuizione di Lamberto, assolvevano soltanto il compito di identificazione degli immobili utili per fornire servizi come la consegna della posta. Essi avevano forme e modi disomogenei e scarsa cura per l'estetica.
La creazione di numeri civici in stile vietrese, è stata un'intuizione originale e brillante.
La vera innovazione fu l'introduzione del numero civico scomponibile
Questi prodotti “Luciano”, realizzati in ceramica smaltata, prima vengono disegnati a mano, poi viene inciso nel gesso il negativo , ed infine viene colata l’argilla bianca per essere essiccata, squadrata, rifinita e decorata.
Le prime produzioni erano composte da due cornicette laterali con piastrelle molto più larghe di quelle attualmente in commercio.
Adesso purtroppo tante aziende cinesi, spagnole, greche fabbricano numeri componibili in ceramica con l'intento nemmeno tanto celato di "copiare" la produzione originale.
L' errore fu di non garantire l'esclusività della produzione con un brevetto; nessuno immaginava infatti che questo prodotto avesse avuto un successo internazionale.
Per recuperare l'errore si decise successivamente di brevettare le piastrelle di un’altra serie (denominata "i limoncini"), ma anche questa fu ugualmente copiata dai cinesi, verso i quali furono aperti dei contenziosi civili che hanno riconosciuto la titolarità dei diritti di produzione in capo a "Creazioni Luciano", ma non hanno prodotto effetti dissuasivi concreti.
"Il numero" in sé dal punto di vista artistico è un prodotto semplice, ma dietro la semplicità si nasconde una grande ricerca estetica e tecnica.
Le “Creazioni Luciano” hanno il merito di essere riconoscibili, ovunque si trovino e di portare con se, attraverso i colori e le forme, un pezzettino della Divina Costiera
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