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Spazio Up Arte APS 26/06/2022 0
Progetto "In rima agli alberi"
A partire dal 30 aprile 2022, fino al 26 giugno, L'Area Archeologica Etrusco-Sannita di Fratte a Salerno è diventata un parco emozionale.
L'associazione Spazio Up Arte di Salerno che da sempre promuove con le sue iniziative la sensibilizzazione verso le tematiche ambientali, utilizzando gli strumenti ed i linguaggi dell’arte, ha realizzato all'interno dell'area di interesse storico, un percorso poetico che ha accompagnato i visitatori tra i bei viali che ne caratterizzano il sito.
Con il contributo di CSV Sodalis-Salerno, che con il programma MAP/21 sostiene azioni di rilancio del territorio e con il patrocinio morale della Provincia di Salerno, è stato possibile allestire un intervento non invasivo, mediante la sistemazione di mattonelle ceramiche provviste di QR-code, che hanno permesso ai numerosi visitatori (mediante l'uso del proprio cellulare) di godere dell'ascolto e/o della lettura di alcune prose scritte da importanti autori, pensate espressamente sul tema che l'iniziativa ha inteso promuovere: gli alberi e la loro importanza.
“In rima agli alberi” è stata colta da molte persone come occasione per visitare l'area archeologica Etrusco Sannitica di Fratte, poco conosciuta anche dagli stessi cittadini di Salerno.
L'importanza storico-archeologica del sito è stata arricchita da un ulteriore elemento attrattivo che, facendo leva sull'aspetto emozionale, ha fatto riscoprire il piacere di trascorrere del tempo tra natura e poesia.
SPAZIO UP ARTE
Spazio Up Arte APS 15/09/2021 0
I numeri della divina Costiera
A cura di Roberta Ungaro
L’arte della ceramica nel salernitano ha tradizioni antichissime e le sue origini risalgono alla popolazione etrusca, conosciuta per l’abilità nella lavorazione dell’argilla e testimoniata dalle numerose fornaci attive o riscoperte sul territorio.
All’artigiano locale non sono mai mancate le capacità tecniche e manuali, ma gli input per farle conoscere e valorizzarle sono quasi sempre arrivati da lontano.
Ne è un esempio la ceramica Vietrese.
Nei primi decenni del Novecento Vietri ed il suo comprensorio si fanno conoscere a livello internazionale, grazie all’innamoramento di alcuni artisti del calibro di Giò Ponti, Stüdemann, Dölker, Irene Kowaliska, Elle Schwarz che trasformarono la pur encomiabile pratica artigianale a produzione artistica.
Fu la grande bellezza del territorio che ispirò i tanti geni artistici e le prestigiose collezioni che ne derivarono.
Lo stesso Giò Ponti studiò il rinnovamento del linguaggio della ceramica ed enfatizzando il contesto territoriale attraverso colori, i tratti architettonici e naturalistici, ideò le celebri maioliche “Blu Ponti”.
In questo percorso creativo la strada del noto architetto incontrò il mondo di “Ceramiche Luciano"
Ponti manifestò un personale interesse sulle realizzazioni prodotte da "Luciano" e gli scrisse una lettera dalla redazione di Domus credendo di interagire con una realtà manifatturiera già strutturata ed avviata
Dietro quella sigla, in realtà, si nascondeva il talento di un’unica persona: Lamberto Tastardi.
Le abilità ed intuizioni di Lamberto definirono la stada che da decoratore lo portarono a diventare un capitano d'azienda.
Lamberto Tastardi, in arte “Luciano” appunto, inizia la sua attività produttiva creando il marchio “Creazioni Luciano” dedicandosi nella fase iniziale alle stoffe dipinte a mano; mediante l’utilizzo di un originale metodo consistente nell’intingere le stoffe nei colori predisposti in stampi autoprodotti, spesso realizzati con camere d’aria di pneumatici, si ottenevano delle belle ed originali fantasie astratte.
Dai tessuti la sperimentazione si trasferisce sulla ceramica.
Luciano inventa una nuova tecnica che lo contraddistingue e lo rende riconoscibile in Italia e all’estero, che ricorda il Cloisonné dell’oreficeria, chiamata appunto “il Cloisonné Ceramico”.
Una grana vetrosa di grande spessore e il corpo in terraglia bianca hanno caratterizzato il tratto della sua produzione, ognuna unica ed originale, grazie al processo di fusione casuale di smalti e colori. Veri e propri arcobaleni cromatici.
L’utilizzo dell’argilla bianca piuttosto che rossa (quella comunemente diffusa a Vietri) consente la realizzazione di un disegno a rilievo chiuso, delimitato da contorni bianchi e accesi che contrastano le vetrine colorate stese in cottura, le quali vengono applicate manualmente.
Questa nuova tecnica, che trova similitudini nel mondo delle vetrate, entusiasmò la famosa Irene Kowaliska, che predispose alcuni progetti, adottati poi come modello di produzione.
Riferendosi all'artista Kowaliska Lamberto raccontava:
“Nel 1940-43 riproducevo i suoi disegni e quelli di Giò Ponti per la D’Agostino, dal ’46 al ’50 per la Ceramica Musa di Vietri e dal ’55 al ’60, in conto proprio per Miricae. Negli anni ’60 e ’70 veniva a trovarmi in laboratorio. S’interessava molto alla mia nuova tecnica decorativa a rilievo, scaturita dal mio amore per le vetrate e tradotta in ceramica con le vetrine colorate e gradiva in particolare la serie “Casette Mediterranee” in stile arabo moresco della costiera. Mi ricambiò la sua curiosità regalandomi le foto delle sue ceramiche, con i personaggi fiabeschi del periodo sardo-vietrese, per farmeli riprodurre con la mia nuova tecnica decorativa: il Cloisonné. Poi ripassava, felice di vedere i risultati ottenuti …”
La tecnica Creazioni Luciano vanta numerose imitazioni, ma resta ineguagliata in quanto leader nell’utilizzo del Cloisonné Ceramico, dove la particolarità si esprime attraverso i processi di biscottatura e decorazione.
Alla fine degli anni Settanta il Cloisonné Ceramico si apre ai mercati internazionali esportando prevalentemente negli Stati Uniti ed in Giappone, facendo evolvere la struttura aziendale da bottega artigianale a fabbrica.
La forte passione familiare ha condotto i figli Luciano Jr., Roberto ed Enrico, a dedicarsi alla continuità dell’azienda arricchendola di innovazioni, ma mantenendo la tecnica che da sempre contraddistingue la fabbrica.
La produzione attuale si è ampliata estendendo la tecnica a quadri, quadretti, piatti, specchi e soprattutto i famosi "Numeri Civici".
Con il termine Street furniture (arredo urbano) ci si riferisce ai diversi oggetti istallati lungo le strade e che assolvono scopi e funzioni ben precise e (in via teorica) che attraverso il design, la forma ed il loro posizionamento, dovrebbe tenere conto dell'estetica dei luoghi e dell'identità visiva dell’immagine urbana.
I "numeri di Luciano" hanno anticipato storicamente questa tendenza.
I numeri civici, introdotti nella seconda metà del 1700, prima dell'intuizione di Lamberto, assolvevano soltanto il compito di identificazione degli immobili utili per fornire servizi come la consegna della posta. Essi avevano forme e modi disomogenei e scarsa cura per l'estetica.
La creazione di numeri civici in stile vietrese, è stata un'intuizione originale e brillante.
La vera innovazione fu l'introduzione del numero civico scomponibile
Questi prodotti “Luciano”, realizzati in ceramica smaltata, prima vengono disegnati a mano, poi viene inciso nel gesso il negativo , ed infine viene colata l’argilla bianca per essere essiccata, squadrata, rifinita e decorata.
Le prime produzioni erano composte da due cornicette laterali con piastrelle molto più larghe di quelle attualmente in commercio.
Adesso purtroppo tante aziende cinesi, spagnole, greche fabbricano numeri componibili in ceramica con l'intento nemmeno tanto celato di "copiare" la produzione originale.
L' errore fu di non garantire l'esclusività della produzione con un brevetto; nessuno immaginava infatti che questo prodotto avesse avuto un successo internazionale.
Per recuperare l'errore si decise successivamente di brevettare le piastrelle di un’altra serie (denominata "i limoncini"), ma anche questa fu ugualmente copiata dai cinesi, verso i quali furono aperti dei contenziosi civili che hanno riconosciuto la titolarità dei diritti di produzione in capo a "Creazioni Luciano", ma non hanno prodotto effetti dissuasivi concreti.
"Il numero" in sé dal punto di vista artistico è un prodotto semplice, ma dietro la semplicità si nasconde una grande ricerca estetica e tecnica.
Le “Creazioni Luciano” hanno il merito di essere riconoscibili, ovunque si trovino e di portare con se, attraverso i colori e le forme, un pezzettino della Divina Costiera
Spazio Up Arte APS 23/03/2021 0
Giornata Mondiale dell’Acqua
Su invito del Comitato Provinciale di Salerno del Centro Turistico Giovanile, nell'ambito del proprio programma annuale denominato “Il Viaggio: chi viaggia senza incontrare l’altro non viaggia, si sposta”, l'associazione Spazio Up Arte, sempre attenta alle tematiche ambientali, ha aderito all'iniziativa da loro promossa ed organizzata in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua.
Il C.T.G. rappresentato da Adele Cavallo, dalla Presidente del Gruppo CTG -A.G.A.Pe- Aida Palmieri e dai soci Oreste Fortunato, Annamaria Clarizia e Paola Matonti, ha lanciato un appello alla riflessione sul tema con eventi on line e con l’allestimento di una piccola esposizione.
Come contributo all'iniziativa Spazio Up Arte ha esposto un bel pannello ceramico di Lucio De Simone raffigurante paesaggi marini.
Hanno aderito:
l’associazione HUMUS (con un piatto in ceramica di Lauretta Laureti),
SPAZIO CIVICO 23 (con una coppia di vasi in ceramica di Angelo D’Amato)
il CTG A.G.A.Pe (con una tela di Aida Palmieri e una tela di Annamaria Clarizia.
L’iniziativa ha anche un suo spazio letterario.
Grazie a "MO’menti (Far sapere per saper fare)" si sono sollecitate Riflessioni su AGENDA 2030 (17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile) attraverso una raccolta di poesie e racconti, tra i quali "Il sentiero dell'acqua invisibile" scritta da Francesco Alaia (Spazio Up Arte).
Le vetrine del Winehause Bar di Via Trento a Salerno, a partire dal 23 di marzo 2021 diventeranno per una settimana la cornice espositiva delle opere.
Spazio Up Arte APS 07/01/2021 0
Premiazione "Abbracciamoci di parole"
Spazio Up Arte APS 07/12/2020 0
Quel che resta del MUM
a cura di Vito Egidio Ungaro / Spazio Up Arte
Siamo tutti fieri della nostra Italia quando parliamo di arte, degli artisti, delle bellezze paesaggistiche e di tutto quello che ci è stato tramandato da un passato glorioso.
Abbiamo la consapevolezza dell’importanza del nostro patrimonio culturale in quanto rappresenta la risorsa indispensabile per la crescita economica, per l’occupazione, per il ruolo di coesione sociale e per la funzione di rivitalizzazione delle aree urbane e rurali, sopratutto quelle che vivono situazioni di disagio.
Ognuno di questi aspetti è la base per promuovere un turismo sostenibile su cui poter costruire processi di sviluppo virtuosi.
Sulla base delle precedenti considerazioni, come spiegare, dunque, gli interventi per i quali sono stati spesi ingenti fondi pubblici (nati per rendere tangibile questa strategia) destinati a preservare la cultura e la memoria e che hanno svolto la loro funzione solo per pochi anni?
Di esempi se ne potrebbero citare tanti ma in questo caso ci si riferisce specificatamente al MUM, il museo dedicato al grande artista conterraneo Ugo Marano scomparso nel 2011.
Il comune di Morigerati nel 2016 ha deciso di dedicare una casa ed uno spazio a questo geniale artista che ebbe un rapporto lungo e profondo con il Cilento e i cilentani.
L’idea era quella di far nascere un museo di arte contemporanea all’aperto orientato a racchiudere e custodire sia opere materiali sia opere intellettuali, oltre che idee e visioni utopiche di artisti, uomini di cultura e semplici viaggiatori, ricalcando l’idea di uno dei progetti dello stesso artista, titolato: il “Museo che non teme i furti”.
Per dare valore attrattivo al museo, scelsero di trasferire “Il Tavolo del paradiso”, un’opera che l’artista realizzò nel 1999, dalla Valle delle Orchidee del comune di Sassano, dove aveva la sua originale collocazione, all’area esterna della Ferriera di Morigerati, sede del MUM.
Si trattava di un tavolo di ferro a forma di croce greca, intorno al quale Marano idealmente auspicava che tutti i sindaci del Cilento si potessero sedere; ogni posto era segnalato da appositi sostegni volti a contenere i piatti e bicchieri in ceramica.
L’installazione oltre a possedere una propria bellezza ed un importante valore artistico, svelava agli occhi di un osservatore attento il suo significato intrinseco: invitava i cittadini ed i loro rappresentanti a fare fronte comune (sedersi alla stessa tavola) per affrontare insieme le problematiche (la croce) di un territorio come il Cilento (il paradiso) ricco di potenzialità, ma diviso ed isolato.
La metafora artistica ha, purtoppo, avuto un triste epilogo:
I commensali a quanto pare hanno litigato, rotto la tavola e lasciato per terra solo i cocci.
Morigerati (SA) Agosto 2020