Giornata Mondiale dell’Acqua

CHIAMATA ALLE ARTI

Pannello ceramico di Lucio De Simone

Spazio Up Arte APS 23/03/2021 0

Su invito del Comitato Provinciale di Salerno del Centro Turistico Giovanile,  nell'ambito del proprio programma annuale denominato  “Il Viaggio: chi viaggia senza incontrare l’altro non viaggia, si sposta”, l'associazione Spazio Up Arte, sempre attenta alle tematiche ambientali, ha aderito all'iniziativa da loro promossa ed organizzata in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua.

Il C.T.G. rappresentato da Adele Cavallo, dalla Presidente del Gruppo CTG -A.G.A.Pe-  Aida Palmieri e dai soci Oreste Fortunato, Annamaria Clarizia e Paola Matonti, ha lanciato un appello alla riflessione sul tema con eventi on line e con l’allestimento di una piccola esposizione.

Come contributo all'iniziativa Spazio Up Arte ha esposto un bel pannello ceramico di Lucio De Simone raffigurante paesaggi marini.

Hanno aderito:

l’associazione HUMUS (con un piatto in ceramica di Lauretta Laureti), 

SPAZIO CIVICO 23 (con una coppia di vasi in ceramica di Angelo D’Amato)

il CTG A.G.A.Pe (con una tela di Aida Palmieri e una tela di Annamaria Clarizia.

L’iniziativa ha anche un suo spazio letterario.

Grazie a  "MO’menti (Far sapere per saper fare)" si sono sollecitate Riflessioni su AGENDA 2030 (17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile) attraverso una  raccolta di poesie e racconti, tra i quali  "Il sentiero dell'acqua invisibile" scritta da Francesco Alaia (Spazio Up Arte).

Le vetrine del  Winehause Bar di Via Trento a Salerno, a partire dal 23 di marzo 2021 diventeranno per una settimana la cornice espositiva delle opere.

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Spazio Up Arte APS 21/06/2017

Tramonto in armonia IV Edizione

Quarto appuntamento sulla pineta di via Belvedere, a Salerno, per salutare il solstizio d’estate e celebrare la giornata mondiale della musica e per riappropriarsi di uno spazio caro ai salernitani, ma che versa nel totale abbandono. L’evento dal nome “Tramonto in Armonia” creato dall’Associazione di promozione sociale “Spazio Up Arte”, presidente Vito Egidio Ungaro, in collegamento con performances ed attività di diverse associazioni, come “ABOVO” di Napoli, “LAND ART CAMPI FLEGREI” di Pozzuoli, Laboratorio teatrale “KAOS” di Montesano sulla Marcellana, Circolo Orizzonti Salerno di Legambiente, Rete dei Giovani di Salerno, Fonderie Culturali di Salerno, Vinaliques di Salerno, Cibarti arte e food, Officina Yoga di N. Chianese e di diversi artisti tra i quali Sonia D’Ambrosi, Rob8, The Bubbles ed Almanegra ha portato in vita, per due giorni,  uno spazio tra i più panoramici della città.

 "Tra-monti in armonia", si potrebbe giocare con le parole, è un evento di nicchia, trascurato dai più, ma di grande valore umano e sociale che consente di fare esprimere in libertà gli artisti. E così è stato sabato e domenica scorsi, con eventi di varia natura, tutti caratterizzati dalla tanta genuinità di intenti, voglia di stare insieme in allegria, desiderio di esserci e mostrarsi senza grandi velleità, ma tanta buona volontà di riappropriarsi almeno per poco, di un piccolo spazio di tempo, di un luogo meritevole di più ampia visibilità. La pineta salernitana può competere, per fascino, bellezza e panorama, con poche altre location. Il luogo, il colle Bellaria, è conosciuto da tutti salernitani con la volgarizzazione del nome “Masso della signora” in “O' mazz r'a signora”. cioè “il fondoschiena della signora", a causa della sua forma assunta, guardandolo dalle colline di Giovi. Posizionato, sovrastando il Forte La Carnale, fino ad inizio anni ‘90, il nome Mazzo Della Signora compariva anche in cartografie e documenti ufficiali. Il colle separa il centro della città dai nuovi quartieri orientali ed ha un panoramico belvedere dal quale si può osservare l'intero golfo di Salerno: i monti Lattari, la Costiera amalfitana, la piana del Sele e, nelle giornate limpide, la Costiera cilentana, nel tratto compreso tra Agropoli e Punta Licosa. Il Colle Bellaria. Durante la seconda guerra mondiale fu dotato di bunker e torrette, e fu teatro di aspri combattimenti durante lo sbarco di Salerno del settembre 1943. Una veduta incomparabile e incommensurabile perché non la si abbraccia con un solo sguardo, in parte incolto, in altre alberato, in talaltre scosceso, in qualche tratto pianeggiante, a naso ha una superficie di circa 7-10 Mila metri. Il luogo, meta di allegre scampagnate negli anni ’50, per la classica gitarella fuori porta, del lunedì in albis, da quasi tutti i salernitani, ora versa in un totale abbandono, tra rifiuti e presenze poco rassicuranti.  Gli amici di “Spazio Up Arte”, dopo aver chiesto le autorizzazioni del caso, armati di tanta buona volontà, si sono incaricati di rendere il posto vivibile, liberandolo dai cumoli d’immondizia, tracce visibili e quantificabili in 20 sacchi neri, o forse più e tanti materiali di ogni genere, di coloro che vi trascorrono ore in libertà, lontani da sguardi indiscreti e che credono di poter fare il proprio comodo, senza rispettare la natura. Si lascia immaginare che tipo di lavoro hanno dovuto faticosamente svolgere  nelle settimane e giorni precedenti per rendere accettabile il luogo, sì da farvi svolgere in esso,  vari tipi di interventi artistici con  attori, teatranti, performer di grande caratura. Tutti encomiabili per la disponibilità ad esserci, ad immergersi nell'atmosfera dell’allegro stare insieme e a darci dentro alle proprie passioni, al punto di coagulare intorno alla manifestazione, tutta botton-up, una quantità di curiosi e appassionati, tornati per qualche ora giovani in libertà. Quando si dice la passione e la voglia-necessità di staccare la spina, vivere senza gli stretti legacci della città, riavvicinandosi ai cugini alberi che tanto possono e forse devono insegnarci a meglio trattare la natura.

 Ci si chiede perché tanta incuria, se la vicinanza del posto alla città che lo rende facilmente fruibile a tutti, anche a piedi, il che non è un danno? Il luogo è demaniale per cui dovrebbe essere di esclusiva competenza del potere pubblico, il quale, però, si trova a decidere se farne un banale luogo da picnic, più o meno organizzato, ma suscettibile di atti vandalici di ogni genere, o di investire cifre considerevoli e come tali da proteggere a tutti i costi con vigilantes continui e professionali, alienando in tal modo, dal godimento persone del ceto medio o basso. Già a fine 2014 è stato indetto un concorso internazionale di idee per la riqualificazione paesaggistica, a tutt’oggi, però, non se ne sa più nulla. E allora ben vengano queste iniziative botton-up, volte ad un recupero occasionale di tali spazi e ad una loro fruizione, in certe giornate meravigliose, che il bel clima di Salerno sa dare ai suoi amati figli. Si ringraziano, allora, gli amici di Spazio Up-arte ed in speciale modo per Vito Ungaro, con il suo amico fidato ed artista Lucio De Simone, una forza della natura, in quanto a dedizione e disponibilità a volere questo evento e a dare tutto se stessi, perché avvenisse e lo si facesse nel modo più semplice e in armonia possibile. E così è stato. Si ritorna a casa grati per essere stati ognuno, a modo suo, un eroe per la sua vita: esponendo, partecipando, fruendo, chiacchierando, polemizzando, mangiando, bevendo, cantando, giocando, muovendosi liberi e tranquilli. Bravi, bravi, bravi! Pertanto la lista degli eventi che si sono andati srotolando, nell'arco di questi due giorni, potrebbe diventare una pedissequa elencazione, invece è un giusto tributo a tutti i protagonisti, dotati e meritevoli.  E’ l’arte a far da padrona,  nei giorni 24 e 25 giugno scorso, sicché si notano delle composizione in ciottoli disposti in certo ordine per terra,  o il drago cinese composto da spazzatura di plastica a far bella mostra di sé alla fine della scarpata, che mena al pianoro, si osservano, inoltre, le installazioni di etichette lignee legate agli alberi riportanti i canoni della silvo-terapia, le formelle di ceramiche con su scritti i versi di poesie di delicati poeti, le installazioni aeree stese sugli alberi, come le forme di pesci marini fatti con legno intagliato, sospesi nell'aria alla maniera di Alexander Calder, per intenderci, che ondeggiavano lieti al dolce vento come per invitare  i consanguinei del mare di sotto ad unirsi a loro ed ancora alle opere pittoriche e scultoree dei partecipanti all’ estemporanea di arte della domenica mattina o alla lezione di degustazione vinicola, oppure alla lezione di yoga per arrivare al monologo del Rob 8 di Alfonso Sessa e a quello più famoso di Aldo Niccolai, splendidamente recitati da ognuno di essi. Una encomio in più va a Sonia D’Ambrosi, un’attrice del teatro amatoriale, tra le più brave di Salerno, che ha letteralmente sbalordito gli astanti per la sua spigliatezza recitativa e la bella prova di memoria affrontata. Poi al calar del sole, la bella musica, energetica allegra, spensierata dei The Bubbles, sabato e il blues triste e nostalgico degli  Almanegra, domenica sera. E tutto questo in libertà sia pure preordinata come da scaletta, mentre si chiacchierava, si parlava, si mangiava, si giocava, si fotografava o si coglieva l'attimo. Belle figure, appassionate, genuine, autentiche, ruspanti e gentili, faticatori e volenterosi, arditi per un giorno, soddisfatti per molti. Avranno di che parlare quando i tetri giorni di sempre faranno loro ripiombare nel turbinio di una vita, spesso, fatta di frustrazioni antiche.

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Spazio Up Arte APS 07/01/2021

Premiazione "Abbracciamoci di parole"
La giuria del contest letterario "Abbracciamoci di parole" presieduta dalla professoressa e giornalista Maria Serritiello, e composta dalla professoressa Cristiana Tortora, dal Maestro d'Arte Lucio De Simone e dal regista e scrittore Francesco Alaia, ha proclamato i vincitori del premio.
Il Primo Premio è stato assegnato ex aequo a:
- Antonella Riviello "Torneremo" con la seguente motivazione:
Con elementi della natura e desiderio di semplice normalità, il componimento evoca il ritorno alla vita. Esistenza, rinchiusa, prigioniera, ormai, priva d’amore e di abbracci.
- Annalisa De Simone "A Pietro" con la seguente motivazione:
Malinconia e rimpianto, si avvertono, nei versi per un abbraccio, che fu anche un consolante incontro, tanto d’aver avuto la forza d’insegnare l’amore.
Inoltre sono stati selezionati i seguenti testi che verranno riprodotti e stampati su cartoncino per essere consegnati agli autori:
"Divenire" di Rosanna Ferrara
"Ci Penso" di Chiara Avagliano
"Avrei dovuto osare" di Lucia Giannattasio
"Le Parole" di Giovanni Ungaro
"Le monete" di Mariarosaria Nappo
"L'Abbraccio" di Luciano Salzano
"A chi non posso abbracciare" di Angela Carlomagno
"Musicista vagabondo" di Fabio Paolucci.
La giuria ha voluto inoltre assegnare un riconoscimento speciale a Stefano Nicastro con "Abbracci", sintesi linguistica perfetta, per indicare l’abbraccio senza passare per la monetizzazione.
Un ringraziamento a CSV Sodalis Salerno che ha sostenuto il concorso.
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Spazio Up Arte APS 07/12/2020

Quel che resta del MUM

a cura di Vito Egidio Ungaro / Spazio Up Arte

Siamo tutti fieri della nostra Italia quando parliamo di arte, degli artisti, delle bellezze paesaggistiche e di tutto quello che ci è stato tramandato da un passato glorioso.

Abbiamo la consapevolezza dell’importanza del nostro patrimonio culturale in quanto rappresenta la risorsa indispensabile per la crescita economica, per l’occupazione, per il ruolo di coesione sociale e per la funzione di rivitalizzazione delle aree urbane e rurali, sopratutto quelle che vivono situazioni di disagio.

Ognuno di questi aspetti è la base per promuovere un turismo sostenibile su cui poter costruire processi di sviluppo virtuosi.

Sulla base delle precedenti considerazioni, come spiegare, dunque, gli interventi per i quali sono stati spesi ingenti fondi pubblici (nati per rendere tangibile questa strategia) destinati a preservare la cultura e la memoria e che hanno svolto la loro funzione solo per pochi anni?

Di esempi se ne potrebbero citare tanti ma in questo caso ci si riferisce specificatamente al MUM, il museo dedicato al grande artista conterraneo Ugo Marano scomparso nel 2011.

Il comune di Morigerati nel 2016 ha deciso di dedicare una casa ed uno spazio a questo geniale artista che ebbe un rapporto lungo e profondo con il Cilento e i cilentani.

L’idea era quella di far nascere un museo di arte contemporanea all’aperto orientato a racchiudere e custodire sia opere materiali sia opere intellettuali, oltre che  idee e visioni utopiche di artisti, uomini di cultura e semplici viaggiatori, ricalcando l’idea di uno dei progetti dello stesso artista, titolato: il “Museo che non teme i furti”.

Per dare valore attrattivo al museo, scelsero di trasferire “Il Tavolo del paradiso”, un’opera che l’artista realizzò nel 1999, dalla Valle delle Orchidee del comune di Sassano, dove aveva la sua originale collocazione, all’area esterna della Ferriera di Morigerati, sede del MUM.

Si trattava di un tavolo di ferro a forma di croce greca, intorno al quale Marano idealmente auspicava che tutti i sindaci del Cilento si potessero sedere; ogni posto era segnalato da appositi sostegni volti a contenere i piatti e bicchieri in ceramica.

L’installazione oltre a possedere una propria bellezza ed un importante valore artistico, svelava agli occhi di un osservatore attento il suo significato intrinseco: invitava i cittadini ed i loro rappresentanti a fare fronte comune (sedersi alla stessa tavola) per affrontare insieme le problematiche (la croce) di un territorio come il Cilento (il paradiso) ricco di potenzialità,  ma diviso ed isolato.

La metafora artistica ha, purtoppo, avuto un triste epilogo:

I commensali a quanto pare hanno litigato, rotto la tavola e lasciato per terra solo i cocci.

 

Morigerati (SA) Agosto 2020

 

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